19, 20, 21 ottobre. Scendiamo in strada contro la guerra, la società del controllo, la repressione. Spezzone anarchico al corteo di Ghedi (Brescia) il 21 ottobre

Dall’assemblea “Sabotiamo la guerra”:

Scarica la chiamata in versione volantino: guerraovunquevol

Scarica il manifestino dello spezzone anarchico a Ghedi:

Versione bianca: spezzone_ghedi_STAMPA

Versione nera: spezzone_ghedi_ONLINE

LA GUERRA È OVUNQUE

La guerra in corso in Ucraina tra Federazione Russa e NATO non è un conflitto locale, ma parte di uno scontro globale per la spartizione del mondo che ogni giorno minaccia di esplodere anche altrove (Africa, Serbia, Azerbaigian, Armenia…). Divenuto un autentico tritacarne, con centinaia di migliaia di morti tra soldati arruolati a forza e civili, il conflitto in Ucraina fa già patire le proprie conseguenze anche alle popolazioni africane costrette a emigrare dall’aumento del costo del grano e dall’inasprimento degli scontri locali che ne deriva. Dopo aver lasciato affogare più di cento persone a Cutro, il governo italiano prepara il pugno di ferro contro emigranti e immigrati (apertura di nuovi campi di concentramento in ogni Regione, detenzione amministrativa anche per i richiedenti asilo), mentre rilancia il proprio imperialismo italiota con il “piano Mattei per l’Africa”.

LA GUERRA È ANCHE QUI

Una società in guerra non può che essere una società blindata e militarizzata.

Tra Stati d’Emergenza continui e presunte transizioni verdi, i progetti di smart city preparano la trasformazione delle città in vere e proprie prigioni digitali, affiancando a polizia e militari già onnipresenti l’installazione di telecamere a riconoscimento facciale (come nel caso delle “nuove ZTL” di Roma e Milano), sensori che monitorano il traffico cellulare, cabine di controllo smart (come a Venezia) e persino microfoni (come a Trento).

Tra chiusure di giornali e siti d’area anarchica e arresti di antagonisti, sindacalisti, anarchici, l’anarchico Alfredo Cospito è ancora rinchiuso nel carcere di guerra del 41bis, dove dovrebbe restare ancora per anni salvo parere contrario del Tribunale di Sorveglianza di Roma (che il 19 ottobre sarà nuovamente chiamato a esprimersi al riguardo).

Tra frontiere sempre più blindate e accoglienza selettiva, la guerra torna a minacciare anche i profughi ucraini, ieri accolti dagli alleati di Kiev con pelosa “solidarietà” e oggi reclamati dallo Stato ucraino come carne da cannone. Il governo polacco si dice pronto a rimpatriare i “suoi” 13.000 ucraini, mentre lo Stato tedesco rifiuta – per il momento – di consegnare i “suoi” 120.000.

Cosa farà l’immondo governo italiano – quello che il fantoccio che comanda a Kiev chiama “il suo miglior alleato”? E cosa potremo fare noi, se verranno a prendersi questi renitenti di fatto?

SCENDIAMO IN STRADA

Contro l’invio di armi all’Ucraina e ogni collaborazione con la guerra

Contro il nostro imperialismo, quello italiano e quello della NATO

Contro la società del controllo poliziesco, militare e tecnologico

Contro il carcere di guerra: fuori Alfredo dal 41bis!

In solidarietà a tutti gli emigranti, i fuggiaschi, i profughi, i disertori

19 ottobre: tutti e tutte a Roma per l’udienza di Alfredo.

Presidio solidale davanti al tribunale di via Triboniano dalle ore 9. Fuori Alfredo dal 41bis!

20 ottobre: in occasione dello sciopero generale contro la guerra, mobilitiamoci in più città e territori possibile

21 ottobre: spezzone anarchico al corteo di Ghedi (Brescia) indetto dal sindacalismo di base, contro la guerra e la base dell’Aeronautica Militare italiana

assemblea “Sabotiamo la guerra”

Sulla mobilitazione per Alfredo: https://ilrovescio.info/2023/09/22/roma-8-e-19-ottobre-assemblea-e-presidio-in-solidarieta-con-alfredo-cospito/

Sullo sciopero del 20 ottobre e il corteo di Ghedi (Brescia) del 21 ottobre: https://pungolorosso.wordpress.com/2023/10/03/tutte-i-a-ghedi-sabato-21-ottobre-il-manifesto-lappello-le-adesioni-alla-manifestazione/