Torino. Una giornata di sciopero e lotta contro la guerra e l’economia di guerra

C’erano alcune centinaia di lavoratori e lavoratrici al corteo cittadino del 2 dicembre, indetto dal sindacalismo di base. Al corteo hanno partecipato anche uno spezzone antimilitarista ed uno spezzone sociale.

Il corteo ha attraversato il centro cittadino e si è concluso in piazza Castello. C’è stato qualche tafferuglio di fronte all’ufficio dell’Iren in via Pietro Micca, dove la polizia in assetto antisommossa ha cercato senza successo di impedire l’affissione di alcuni manifesti. Il corteo, aperto dallo striscione unitario dei sindacati di base “giù le armi, su i salari” si è caratterizzato per un forte impianto antimilitarista e di opposizione alla guerra ed all’economia di guerra. Di seguito il testo del volantino dell’Assemblea Antimilitarista e della Federazione Anarchica Torinese distribuiti in piazza.

Contro la guerra e l’economia di guerra Torino punta tutto sull’industria bellica per il rilancio dell’economia. Un’economia di morte. Torino è già oggi uno dei maggiori centri dell’industria bellica aerospaziale.

Ed è a Torino che sorgerà la Città dell’Aerospazio, un centro di eccellenza per l’industria bellica aerospaziale promosso dal colosso armiero Leonardo e dal Politecnico subalpino. La Città dell’Aerospazio, che sorgerà tra corso Francia e corso Marche, ospiterà un acceleratore d’innovazione nel campo della Difesa, uno dei nove nodi europei del Defence Innovation Accelerator for the North Atlantic (D.I.A.N.A), una struttura della NATO. In attesa dell’apertura della Città dell’aerospazio l’acceleratore di innovazione avrà sede alle OGR. In questo progetto la NATO investe un miliardo di dollari. Una montagna di soldi che verranno utilizzati per produrre tecnologie sempre più sofisticate, sempre più mortali.

L’industria bellica è il motore di tutte le guerre. La Città dell’Aerospazio e l’acceleratore di innovazione della NATO sono sostenute attivamente dal governo della città, da quello della Regione e da Confindustria. Giocano la carta del ricatto occupazionale, in una città sempre più povera, dove arrivare a fine mese è sempre più difficile, dove salute, istruzione, trasporti sono sempre più un privilegio per chi può pagare. I poveri del nostro paese, ogni volta che vanno a fare la spesa, portano a casa sempre meno cibo, abiti, medicine, perché l’aumento dei prezzi dell’energia e dei beni di prima necessità sta rendendo ancora più precarie le vite di noi tutti.

In questi mesi di guerra in Ucraina il governo italiano ha inviato armi, moltiplicato il numero di militari impiegati ai confini con l’Ucraina e il Mar Nero, aumentato la spesa bellica sino a toccare i 104 milioni di euro al giorno.

L’Italia è impegnata in ben 42 missioni militari all’estero, in buona parte in Africa, dove le truppe tricolori fanno la guerra ai migranti e difendono gli interessi di colossi come l’ENI.

Quest’anno ben 560 militari italiani sono sbarcati in Qatar ufficialmente in difesa dei mondiali di calcio, ma in realtà con un impegno che va ben oltre la competizione sportiva inserendosi nel quadro di una sempre più stretta collaborazione militare con il petro-emirato. Il Qatar sta diventando il leader mondiale della produzione di gas naturale liquefatto (GNL). Il 19 giugno di quest’anno a Doha, l’Italia ha sottoscritto un accordo per la creazione di una joint venture tra QatarEnergy ed Eni.
Le bandiere tricolori sventolano accanto a quelle gialle con il cane a sei zampe dell’ENI. Una lunga scia di sangue, petrolio e gas. Mentre le nostre bollette continuano a crescere, i profitti delle multinazionali del gas e delle armi non fanno che aumentare. Sempre più urgente è rinforzare l’opposizione alla guerra e al militarismo.

Provate ad immaginare quante scuole, ospedali, trasporti pubblici di prossimità si potrebbero finanziare se le la ricerca e la produzione venissero usate per la vita di noi tutti, per la cura invece che per la guerra.

Provate ad immaginare di farla finita, sin da ora, con stato, padroni, militari, polizia. Ci raccontano la favola che una società complessa è ingovernabile dal basso mentre ci annegano nel caos della gestione centralizzata e burocratica delle scuole, degli ospedali, dei trasporti.

Costruiamo assemblee territoriali, spazi, scuole, trasporti, ambulatori autogestiti. Cacciamo i militari dalle strade, blocchiamo la produzione ed il trasporto di armi, facciamola finita con tutti gli eserciti! Blocchiamo le missioni all’estero, boicottiamo l’ENI! Disertiamo la guerra!

Chiusura e riconversione dell’industria bellica!
No al nuovo polo bellico, no alla città dell’aerospazio!
No alla Nato a Torino!
No alle spese militari!
Contro tutte le patrie, per un mondo senza frontiere!

Assemblea Antimilitarista
Federazione Anarchica Torinese
corso Palermo 46 – riunioni ogni martedì alle 21

antimilitarista.to@gmail.com