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Come avviene la mobilitazione dei soldati in Russia? A quale grado di coercizione, vessazione e pressione devono sottostare gli uomini in età militare che vengono mandati al fronte? Come reagisce la popolazione russa, e in particolare il proletariato, a tutto ciò? Spesso ci poniamo queste domande, perciò abbiamo chiesto chiarimenti a un anarchico russo che ci ha fornito una breve sintesi della situazione.
La censura e la propaganda di guerra, introdotte dal regime di Putin, cercano di nascondere al mondo la spaventosa realtà. Dall’altra parte, assistiamo alla propaganda filo-ucraina che descrive la popolazione russa come una massa di sostenitori di Putin, pronti a immolarsi volontariamente in guerra. A volte è davvero difficile vedere e comprendere la realtà in tutta la sua ampiezza. Ecco perché consideriamo la testimonianza del nostro compagno russo uno strumento molto utile.

Note sulla mobilitazione in Russia
In generale, è bene sottolineare fin da subito che i russi hanno generalmente una mentalità piuttosto pacifista. A partire dall’era sovietica, in molti hanno ripetuto: “Se solo non ci fosse la guerra”. Molti russi moderni hanno vissuto come un trauma collettivo le guerre in Afghanistan e in Cecenia. Sono state addirittura composte canzoni popolari su questo tema che raccontano delle morti insensate degli studenti di ieri. Molti russi non volevano assolutamente ripetere questa dolorosa esperienza. Anche i sostenitori del governo di Putin hanno sostenuto (fino al 2022, ovviamente) che Putin avrebbe “garantito un clima di pace”. È chiaro che esiste una minoranza militarista significativa che attualmente gode di un monopolio dell’informazione in Russia grazie alla censura militare, ma che chiaramente non rappresenta la maggioranza.
Tuttavia, è anche importante notare che il rovescio della medaglia della mentalità pacifista russa è un’attitudine negativa nota come “filisteismo”. I russi sono contrari alla guerra, ma non sono disposti a opporvisi attivamente. Ciò è particolarmente vero in una situazione in cui il governo impone una rigida censura militare, imprigiona le persone che criticano le azioni militari della Russia e disperde brutalmente le proteste contro la guerra, arrestando decine di migliaia di manifestanti. In queste circostanze, il russo medio è più propenso a mantenere un basso profilo e a non esprimere la propria opinione. Questo è il motivo per cui molti sondaggi riportano un alto sostegno alla guerra e a Putin: si tratta però di dati falsi, perché chi è “a favore” non ha nulla da temere, mentre chi è “contro” rischia di perdere la propria libertà sotto l’attuale regime. Ma ciò che la società è ancora meno disposta a fare è entrare direttamente in guerra. Putin lo sa e sta cercando di condurre una mobilitazione meno draconiana rispetto a quella in Ucraina. La mobilitazione colpisce principalmente le province, non Mosca, dove la visibilità delle vittime di guerra sarà dunque minima.
Parallelamente, il governo di Putin sta cercando di attuare l’arruolamento in modo subdolo: formalmente, non invia al fronte i giovani che prestano il servizio militare obbligatorio. Tuttavia, questi uomini, già arruolati, sono di fatto costretti a firmare tale contratto. Come sapete, l’umiliazione, la tortura e le vessazioni nei confronti dei subordinati sono pratiche diffuse nell’esercito russo. Ci sono stati casi di grande risonanza di giovani morti durante il servizio di leva a causa di condizioni di vita intollerabili o feriti a seguito di percosse. Tutti questi uomini sono di fatto tenuti in ostaggio e ricattati affinché vadano “volontariamente” in guerra. Ci sono stati anche casi in cui le autorità russe hanno ingannato persone a caso, convincendole a partire con la scusa di “guadagnare soldi” e poi, dopo aver fatto firmare loro documenti fasulli, le hanno mandate al fronte senza nemmeno informare i loro cari.
I russi non vogliono andare in guerra, quindi molti di loro non si presentano agli uffici di reclutamento militare e molti cercano di fingersi malati. Conosco, per esempio, un mio ex compagno di classe che era uno studente eccellente e che è riuscito a iscriversi all’università. Ma, dopo aver ricevuto la cartolina di chiamata, ha deciso di rompersi una gamba. In molti preferiscono anche evitare la mobilitazione all’estero, ma il governo russo sta cercando di porre fine a questa possibilità entro il 2026.
Ci sono state anche proteste contro la mobilitazione, come in Dagestan. Merita una menzione a parte il movimento delle mogli dei soldati mobilitati, che hanno persino protestato davanti alle mura del Cremlino. Ciò è particolarmente degno di nota, se si considera che alcune di loro inizialmente sostenevano la guerra, ma ora chiedono la smobilitazione dei soldati. Si è trattato per lo più di picchetti pacifici che, tuttavia, hanno attirato l’attenzione generale.
Ci sono state anche forme di protesta più violente, come attacchi incendiari e aggressioni agli uffici di reclutamento militare in tutto il Paese. Uno di questi incidenti si è verificato a Ust-Ilimsk, coinvolgendo Ruslan Zinin.1 Ruslan Zinin, un camionista di Ust-Ilimsk, ha perso un amico di scuola, Danil, diciannovenne, che stava prestando il servizio militare obbligatorio proprio all’inizio della guerra, nel marzo del 2022. Dopo l’annuncio della mobilitazione, Zinin ha scoperto che anche suo cugino aveva ricevuto la cartolina di chiamata.
Il 26 settembre 2022, temendo per la sorte del fratello minore, Zinin si recò all’ufficio per l’arruolamento militare e, secondo un testimone oculare, cercò di scoprire perché il suo amico avesse ricevuto una cartolina di chiamata alle armi nonostante non prestasse servizio nell’esercito. In risposta, il personale dell’ufficio di leva lo insultò. Lo stesso giorno, Ruslan tornò all’ufficio di leva, questa volta armato di un fucile a canne mozze, e aprì il fuoco. Per questo motivo è stato condannato a 19 anni di carcere.